Finito il Mondiale, è doveroso trarre alcune conclusioni sul settore arbitrale.
Ovviamente, in modo determinante ha inciso la maledetta giornata del 27 giugno, quella dei due ottavi di finale Germania-Inghilterra e Argentina-Messico.
Dal punto di vista emotivo, è inevitabile essere condizionati dagli eventi di quel giorno nel dare un giudizio sugli arbitraggi del Mondiale. Cercherò di ridurne al massimo l'incidenza.
Ho diviso gli arbitri tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. Partiamo da quest'ultimo:
Paradiso:
IRMATOV: il migliore; ha la struttura fisica e il portamento ideali per un arbitro; vederlo correre, sempre elegante e a testa alta, è un piacere per un osservatore arbitrale; detto questo, c'è anche di più oltre all'aspetto formale. Irmatov sa far giocare, sa risparmiare i cartellini e intensificare i provvedimenti quando occorre; mi pare che i giocatori gli diano retta quindi credo abbia personalità; mi ricorda il Bujsaim degli inizi, di cui auguro non sia un mero emulo. Gli assistenti Ilyasov e Kochkarov: perfetti per tutto il torneo, han toppato (rischiando di falsare la gara) l'ultima partita clamorosamente, ma sbandierare ogni 3 giorni (per un assistente serve molta più concentrazione che per un arbitro) è alla lunga deleterio.
NISHIMURA: la sorpresa: le movenze plastiche mi ricordano Lubos Michel, la flemma è invece tutta orientale. Ha la tranquillità che consente di prendere decisioni coraggiose.Non è un fenomeno, ma in un calcio internazionale in cui i giocatori non mettono, più di tanto, in difficoltà l'arbitro con continue proteste e recriminazioni, il giapponese ci sta benissimo. Bene gli assistenti, compreso il saltimbanco Jeong, tanto sgraziato quanto efficace.
BENQUERENCA: il riscatto. Dopo la semifinale di Champions, al di sopra delle sue potenzialità, sue e dei suoi assistenti, ci si attendeva un Mondiale in sordina, disputato solo grazie al fieno messo in cascina nei mesi precedenti. Invece Benquerença ha resettato tutto, è ripartito da zero e ha sempre ben figurato, con la perla del quarto di finale Uruguay-Ghana, partita forse tra le meno facili da dirigere di questo Mondiale. Recuperato anche per l'Europa.
SIMON: tanto mi aveva lasciato perplesso la sua convocazione, nei mesi antecedenti al Mondiale, perchè, diciamocelo, non la avrebbe meritato per quanto mostrato in questo quadriennio (ma il Brasile non può non presentare fischietti a un Mondiale), quanto devo ammettere che la classe non è acqua, e Simon, essendo esperto ed intelligente, ha tirato fuori in questa manifestazione gli ultimi colpi di coda di una carriera che agli inizi pareva sfolgorante. Un gradito amarcord.
BALDASSI: inserisco anche l'argentino nella prima fascia. Devo confessare che l'ultima gara mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, perchè ho visto un Baldassi molto approssimativo, e credo eccessivo nell'espulsione. Resta il fatto che fino a quel momento non aveva sbagliato una fischiata in tutto il torneo, e quindi non lo penalizzo più di tanto.Quindi una conferma della scuola arbitrale argentina, quella che forse, per le particolari difficoltà del loro campionato, è più simile alla nostra.
KASSAI: ammetto di essermi perso, per via di altri impegni, le prime tre gare, che so essere state condotte bene. Sono stato combattuto nell'esprimere un giudizio su di lui. Ho visto la semifinale, in cui non ha commesso errori determinanti, ma mi ha dato una netta impressione: quella di un arbitro costruito, che piace tanto adesso perchè prestante e atleticamente valido,ma che non ha affatto ascendente sui giocatori, che per tutta la partita ignoravano i suoi richiami e le sue spiegazioni. Deve fare ancora molta esperienza, ma il suo ricordo ai Mondiali rimarrà, tutto sommato, positivo.
Purgatorio:
WEBB: prima della finale l'avrei inserito in prima fascia, poi gli ultimi errori hanno pesato sulla mia valutazione.Webb è tutt'altro che un fenomeno, ma impersona l'arbitro moderno, dialogante, alla mano e con grande impatto scenico. In tutte e tre le gare già arbitrate si sono visti errori sparsi qua e là, anche non piccoli, ma agli occhi di un esterno resta sempre l'idea di aver comunque avuto di fronte un arbitro umile e imparziale, che non mi stupirei ammettesse anche di aver sbagliato, se si accorgesse di un errore.Ovvio che la finale assegnatagli è frutto delle avverse fortune di Busacca e Rosetti, e della conferma del declino di De Bleeckere. Altrimenti, l'UEFA (a cui, a conti fatti, probabilmente la finale spettava di diritto) avrebbe puntato sugli altri 3 cavalli. Più fortunato che bravo. Straordinari i suoi assistenti, con Darren Cann che diventa il miglior assistente del Mondiale.
ARCHUNDIA: tanto era sembrato in splendida forma alla Confederations Cup dello scorso anno e al Mondiale per club di quest'anno, quanto invece Archundia si è presentato un pò imbolsito in questa rassegna: non la solita formichina onnipresente e ordinata, ma un signorotto un pò appesantito, che sa di calcio ma che non accompagna le sue decisioni con la credibilità della presenza fisica. Ovvio che Archundia, tecnicamente e quanto a personalità, rimane un top referee, ma affidare a lui la finale (che personalmente avevo pronosticato alla vigilia) anche se non in grande condizione, rischiava di essere un controsenso, e più che altro un premio alla carriera.
DE BLEECKERE: di fronte all'evidenza, anch'io mi piego, e ammetto che il declino del belga è ormai irreversibile. Allo stile asciutto ed essenziale dei primi anni, si sta sostituendo un modo di arbitrare più superficiale e compromissorio: non dico che si sia montato la testa, con le ultime finali, il blog personale, l'incarico di ambasciatore UEFA, ecc., ma è probabile che la mente non sia sgombra come prima. Qui non fa grossissimi danni, ma lo smalto di un tempo non c'è più, e questa volta la colpa non è più, solo, dei suoi assistenti.
STARK: i tedeschi garantiscono, col fischietto e in altri settori, una certa affidabilità. Anche per Stark è così, ma ai livelli della sufficienza, ben lontano dai connazionali illustri degli ultimi anni. Sembra quasi che Stark si accontenti di arbitrare alla sua maniera, diciamo un tanto al chilo, ed invece, molto probabilmente, questo è proprio il suo limite. Certo non è un arbitro, almeno, a cui le gare sfuggono di mano. Stark si conferma sui suoi livelli.
POZO: credo che gli si possa imputare ben poco di negativo, ma lo inserisco in questo "girone" per la sfortuna: l'infortunio in un torneo è qualcosa che abbatterebbe un bue, perchè ti vanifica tutti i sacrifici di una quadriennio. Pozo ha saputo recuperare, ma ormai non poteva ambire ad altro se non alle due comparsate fatte. E' una specie di pena del contrappasso, dopo la fortuna avuta nell'essere diventato titolare, a causa dei guai fisici di Amarilla e del suo assistente.
MAILLET: mi aspettavo che la FIFA considerasse di più il seychellese. E' un arbitro normale, ma che garantisce tenuta e controllo della gara. Le due partite dirette sono filate liscie, e sicuramente Eddy avrà il dente avvelenato, perchè era la sua ultima chance.
RUIZ: dopo la sberla di 4 anni fa, quando rimase al palo con un'unica gara arbitrata, chissà quali emozioni e paure devono aver accompagnato Ruiz questa volta (che, visti i 41 anni, potrebbe non essere l'ultima): molto bene in Grecia-Nigeria, in difficoltà, invece, nella seconda partita Francia-Sudafrica, ma merita la sufficienza.
Inferno:
ROSETTI: prima gara Ghana-Australia molto buona, tra l'altro rivelatasi difficile. Poi il fattaccio: diciamo subito che lui non ha colpe nella mancata rilevazione del fuorigioco, perchè a questi livelli l'arbitro non può mettere l'occhio anche sugli offside.La responsabilità comincia 30 secondi dopo. Convalida del gol, probabilmente è il quarto ufficiale Damon (con cui mai erano usciti) che segnala via auricolare che i messicani gli stanno dicendo di aver visto il fuorigioco nel replay al maxischermo; a Rosetti entra la pulce nell'orecchio, e invece di prendere una decisione al volo (qualsivoglia), imbastisce uno stucchevole suparietto con Ayroldi, che ovviamente non ha visto e che addirittura chiama in causa Calcagno, non fidandosi delle segnalazioni del quarto uomo Damon, e invocando con lo sguardo un ennesimo replay in ritardo dalla regia, che non arriverà mai. Brutta immagine. Il resto della partita, di cui forse si è parlato poco, è stato ugualmente al di sotto delle aspettative: gioco duro tollerato e cartellini risparmiati. Fine un po' ingloriosa di un grande arbitro.
BATRES: leggo che il guatemalteco si sarebbe presentato ai Mondiali ugualmente, nonostante fosse morta alla vigilia la madre. Capisco il comportamento, perchè probabilmente anche la madre avrebbe voluto così. Ma Batres non è stato sereno.In Italia-Nuova Zelanda mi è parso in balia delle onde, in Spagna-Paraguay ha preso sì decisioni coraggiose, ma mostrando poca uniformità in mezzo al campo: era del resto, quest'ultima, una gara assegnatagli solo in virtù dell'assurdo criterio delle Confederazioni, introdotto in questo Mondiale a causa di chissà quale compromesso politico, e poco indicato per delle designazioni di un torneo così importante (allora meglio il sorteggio).
UNDIANO MALLENCO: mi spiace che la scuola arbitrale spagnola si sia così avvitata su sè stessa. Undiano non ha la classe di un Mejuto o di un Medina, ma neanche di un Garcia Aranda (suo padrino in questo Mondiale): assomiglia molto di più ad un Lopez Nieto, con un'inflessibilità che sfocia spesso nell'ottusità. Lo avrei inserito forse nel "girone"precedente, perchè in fondo ha sbagliato solo una gara (anzi un tempo) su 3, ma Undiano diventa il simbolo degli intrecci politici di un Mondiale, dove la potenza della Commissione (capeggiata da spagnoli) può portare in alto anche chi non lo merita.
RODRIGUEZ: è un predicatore nella vita, e probabilmente si sente investito di poteri quasi da "giustiziere". Severa, ma secondo me giusta, l'espulsione di Cahill in Germania-Australia; assolutamente forzata quella, per doppia ammonizionedel cileno contro la Spagna, addirittura dopo la concessione del gol iberico. Esagerato e invadente.
DAMON: penalizzato dall'errore dell'assistente rwandese Ntagungira (non nuovo a queste topiche) nella prima gara, dirige il vero e proprio spareggio Danimarca-Giappone, pur non essendone all'altezza, e questo lo si vede. Teatrale e forzato.
AL GHAMDI: anche per lui una gara diretta bene (Francia-Messico) e l'altra in modo inadeguato (Cile-Svizzera), con la complicità dell'assistente iraniano Kamranifar. Anche Al Ghamdi, come Simon, non meritava di essere al Mondiale, ed è stato scandaloso che sia rimasto a casa l'australiano Breeze per far posto a lui (il saudita è stato il meno "testato" nei tornei preliminari, visto che non si trovavano due assistenti in grado di superare i test atletici). Sommando il tutto,sono portato a pensare che la prima partita, ben diretta, sia stata un'eccezione.
LANNOY: il peggiore degli europei. Una mancanza di personalità evidente, allarmante ed irritante. Questo è il miglior arbitro francese da 2 anni, e il suo capo, Marc Batta, sarà il vice di Collina nella nuova Commissione UEFA: c'è da preoccuparsi.
COULIBALY: mi dispiace per il maliano, che mi è simpatico e credo che sia pure tutt'altro che un brocco. Slovenia-Usa è stata ben diretta fino all'episodio finale del gol, misteriosamente, annullato. Quando poi l'episodio scatena le polemiche, è difficile uscirne, come per Busacca. Ovviamente, fra loro, c'è un abisso. In Africa, purtroppo, ti marchiano a fuoco per episodi simili (vedere Coffi Codjia), e non so se Coulibaly potrà superare il momento no.
HESTER: mi pare che nella sua gara, l'errore più grave sia stata la mancata concessione di un rigore. Se questo èveramente l'unico errore, e la FIFA, nonostante l'assenza di polemiche collaterali, ha deciso di non dare una secondapossibilità al neozelandese, vuol dire che la convocazione di Hester era veramente solo un atto dovuto per garantire la presenza alla Confederazione oceanica. E' già tanto che sia arrivato fin qua.
Il Limbo, dove espia le pene chi è punito senza aver colpe:
LARRIONDA: a differenza di Rosetti, non lo mando all'Inferno, perchè Jorge non ci ha messo del suo: ha fatto tutto ciòche umanamente si poteva fare, e anche il posizionamento in occasione del gol non visto di Lampard, era corretto.La Sorte di è accanita contro di lui, che comunque ha reagito da gran signore, ammettendo l'errore e chiedendo scusa. Leggo che è intenzionato a dare le dimissioni: con 42 anni, non può ambire ad altri Mondiali, e ha già diretto credo 6finali di Copa Libertadores. Forse gli resterebbe la finale di Copa America. Peccato che chiuda così ,veramenteun grandissimo arbitro. Per colpe non sue, ma che è giusto, in una terna, che si espii tutti assieme.
BUSACCA: la partita l'ho vista, tutta, diretta con la consueta concentrazione e precisione. C'è l'episodio del rigore: Busacca fa bene a concederlo e a cacciare il portiere; la moviola rileva il fuorigioco di Suarez, perchè Cavani ha effettivamente toccato il pallone nella traiettoria. L'assistente Arnet non poteva probabilmente vederlo, Busacca poteva vedere (il tocco di Cavani, intendo) e con un consulto al volo con Arnet, annullare, perchè credo che il primo assistente si fosse accorto della posizione aldilà. E' ovviamente un errore, ma in un caso molto particolare, che capita di rado. Sulla decisione di escludere Busacca, e sulle ragioni soltanto politiche alla base, si è già detto: mi auguro che non molli tutto, perchè fra 2 anni c'è un Europeo e fra quattro anni, un altro Mondiale.
Per concludere, credo sia stato un Mondiale in cui le direzioni di gara, nel loro complesso, hanno raggiunto una sufficienza striminzita, con un leggero passo indietro rispetto a Germania 2006, ma comunque molto meglio della sciagurata edizione del 2002 che resta, a mia memoria, la peggiore in assoluto.